domenica 25 aprile 2010

OWEN PALLETT: One-Man-Band


OWEN PALLETT
Heartland
(Domino) 2010
alt-pop
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Barocco, orchestrale, elettronico, innovativo pop da camera che cerca altrove le sue fonti di ispirazione denso di arrangiamenti azzardati e costruzioni sonore mozzafiato in un tourbillon polifonico estremamente saturo fatto soltanto da lui, dal suo violino, dai loop che ci si inventa e da una tastierina casio. Suona registrando ed accumulando una sopra l’altra sequenze di note fatte scorrere in loop, climax e anti-climax accompagnati per mano dalla sua voce lieve e sicura. Un disco a cui bisogna dedicare la pazienza di qualche ascolto attento.
Questo disco si può riassumere in poche parole: Owen Pallett con un’orchestra tra le mani. La Czech Symphony di Praga per la precisione, che si mette a disposizione del genio di questo giovane artista, il quale dimostra di sapere come servirsi di ognuno dei suoi elementi.

sabato 24 aprile 2010

Erland & The Carnival


ERLAND AND
THE CARNIVAL
Erland And The Carnival
(Full Time Hobby) 2010
psych-folk-pop
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Un esodio interessante, ponderato e misurato ma vitale e passionale che regala divertimento allo stato puro. Un repertorio di brani tratti dalla tradizione folkloristica d'oltremanica, rivisitati con sbalorditiva intensità, originalità e freschezza, come un sacchetto di coriandoli che scoppia in aria. Erland And The Carnival abbattono i confini del pop e del folk con giocose soluzioni beat la cui ingenuità sfiora il kitsch, una apoteosi di nuove canzoni popolari che diventa un classico fuori moda. In “In “Trouble In Mind” il folk è solo una scusa per creare una deliziosa canzone dalle sonorità garage-rock.” il folk è solo una scusa per creare una deliziosa canzone dalle sonorità garage-rock. La colonna sonora perfetta per la primavera!!!

sabato 10 aprile 2010

John Grant – Queen Of Denmark –



JOHN GRANT
Queen Of Denmark
(Bella Union) 2010



Registrato in due mesi e suonato con i Midlake, "Queen Of Denmark" è il meraviglioso debutto solista di John Grant. E' uno di quegli album a cui un musicista arriva solo dopo essersi smontato e rimontato pezzo per pezzo, senza paura di liberare ogni pensiero e farlo esplodere nel modo più genuino possibile. Emozionante e sfrontato, cinico e doloroso, l'esordio del musicista di Denver racchiude in sé tutto il talento e la poetica che John ha sempre dimostrato di padroneggiare, senza però mai riuscire, prima d'ora, a esprimere compiutamente.

Grant ed i Midlake riservano a ognuno dei brani contenuti in "Queen Of Denmark" le stesse cure e attenzioni che un padre finalmente benestante dedicherebbe a quei figli amati tenuti troppo a lungo in ristrettezze. Un lavoro straordinariamente godibile e coeso, in cui la voce calda e baritonale di John Grant si fonde con melodie vintage che si insinuano dolcemente in testa.
John Grant si rivela un autore eccezionale, dove le sue canzoni sembrano trovare un magico punto di equilibrio tra la leggerezza del pop e una sensibilità melodica inequivocabilmente votata alla malinconia. L’atmosfera prevalente dell’album è improntata proprio ad una languida e suadente tristezza, dove anche i brani più solari hanno comunque un retrogusto amaro. In tutto ciò, i Midlake risultano bravissimi ad arricchire i brani con archi e flauti che ne sottolineano il carattere sognante. Inevitabile percepire una certa aria di famiglia con “The Courage of Others”, anche se qui i riferimenti folk e progressivi sono mitigati da una approccio alla melodia più immediatamente pop, direttamente riconducibile a Bowie o ai Beatles. Per tutti questi motivi, non stupirebbe se “Queen Of Denmark” andasse incontro ad un’accoglienza analoga a quella ricevuta dal nuovo Midlake: due album “imperdonabilmente” non alla moda, destinati ugualmente a grandi lodi o ad esser clamorosamente sottovalutati. Se siete affamati di canzoni che non vi lasciano in pace, che chiedono di essere ascoltate, be’, qui c’è pane per i vostri denti.
E sarà proprio una sensazione di autenticità a rimbombare nelle vostre orecchie insieme al graffiante crescendo finale di Queen of Denmark, la titletrack. Scommettiamo che vi basterà ascoltare le prime tre tracce per innamorarvene per sempre? Intanto vi passo la numero 2, I Wanna Go To Marz, questo il link per scaricarla.