domenica 21 marzo 2010

Correva l'anno 1973...

Un omaggio a tutti quelli che come me sono nati in un anno straordinario dal punto di vista musicale e che magari non sanno che nel 1973:
è stato l'anno dei debutti più sottovalutati della storia del rock: i Queen pubblicano il loro primo album omonimo, passato praticamente inosservato e analoga sorte e toccata agli Aerosmith e a Closing Time di Tom Waits. Mentre nascevano gli AC/DC e i Television , nel 1973 si scioglievano i Doors dopo la morte di qualche anno prima di Jim Morrison.
Nell'anno in cui naceva il primo telefono cellulare della storia, vennero pubblicati alcuni capolavori indiscussi della musica: Selling England By The Pound dei GENESIS, Berlin di LOU REED, For Your Pleasure dei ROXY MUSIC, Arbeit Macht Frei degli AREA, The Dark Side Of The Moon dei PINK FLOYD, Houses of the Holy dei LED ZEPPELIN e Sabbath Bloody Sabbath dei BLACH SABBATH.
E come dimenticare che nell'anno della crisi petrolifera mondiale, della fine alla Guerra del Vietnam, della inaugurazione del World Trade Center, delle missioni spaziali su Marte...
viene pubblicato anche il primo LP degli SQUALLOR intitolato "TROIA"

domenica 14 marzo 2010

GORILLAZ: Plastic Beach (2010)



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GORILLAZ
Plastic Beach
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Agli albori del nuovo decennio la band a cartoni animati più famosa del pianeta aggiorna il suo suono all'epoca dei ripescaggi dance anni Ottanta e si circonda di un cast di leggende della musica rock, soul e hip-hop come Snoop Dogg, Mos Def, Bobby Womack, Lou Reed, Kano & Bashy, gli ex Clash Mick Jones & Paul Simonon, Martina Topley-Bird, Mark E. Smith dei Fall, Gruff Rhys dei Super Furry Animals e orchestre varie. Un concept-album su questa isola fatta di plastica, ipoteticamnete situata nel Pacifico. (non sarà l'isola di Lost???!!!).
Plastic Beach rappresenta il loro album più ambizioso e innovativo fino ad oggi. Come ha dichiarato Murdoc: “O sei vivo o non lo sei. O stai al gioco o non ci stai. Il resto sono solo incisioni capricciose sulle pareti del teschio umano, solo qualcuno che prova a decorare la sua gabbia, a intrattenersi mentre sta su questa terra. L’album sta per uscire. E farà sembrare quella di Demon Days una band di supporto. Almeno posso dire di aver alzato la posta in gioco..”.
Il primo singolo estratto si chiama Stylo, con uno strepitoso video in 3D in cui compare nientemeno che Bruce Willis.
“Plastic beach” porta indubbiamente impresso il marchio Gorillaz, un timbro la cui caratteristica principale è quella di saper mescolare benissimo le carte. Certo, sedici canzoni sono tante e ovviamente non tutte sono dei capolavori, ma non si può negare che anche questa volta Damon ha fatto centro: divertente, black, intelligente, pop, elettronico e alternativo. Quando si parte per quest'isola? In fondo la plastica si può riciclare...

http://www.youtube.com/watch?v=h9vAOzYz-Qs

domenica 7 marzo 2010

M I D L A K E

M I D L A K E
The Courage Of Others
(Bella Union) 2010
folk-rock

"Non vogliamo essere accusati di plagiare i Radiohead. Penso che i Radiohead siano molto più vicini alle mie inclinazioni naturali rispetto a, che ne so, i Jethro Tull. Ascolto molto molto di più i Jethro Tull che i Radiohead in questi giorni, ma potrei scrivere dieci canzoni simili a quelle dei Radiohead prima di riuscire una che ricordi i Jethro Tull."
(Tim Smith, frontman dei Midlake)


Questa confessione "a cuore aperto" è una buona introduzione a "The Courage Of Others", nuovo disco dei Midlake, band texana di culto e beniamini del pubblico alternativo sin dalla pubblicazione di "The Trials Of Van Occupanther", del 2006. Vien da rovinare il climax di una recensione, per dire: pur di realizzare i suoi intenti e sconfiggere le sue ossessioni, Tim Smith ha rinunciato a tutto, finanche tarpando le ali alle sue "inclinazioni". Impaludato nella bianca tunica di druido celtico, sembra quasi che abbia talmente interiorizzato l'immaginario dei suoi padri putativi da riuscirne un personaggio dei mondi evocati da questi ultimi.
Il risultato è un maestoso disco di folk-rock dall’incedere onirico e malinconico, salvo in un breve episodio, che proietta in un’inquieta e al contempo incantata dimensione agreste, predicando un ritorno alla piena armonia con la natura. Spicca la qualità e l’eleganza della scrittura di Smith che raggiunge livelli d’eccezione nelle due superbe ballad dell’album: “Acts of Men” e “Rulers, Ruling All Things”. Tonalità minori, ampi scenari, melodie accattivanti, toni epici, come in certe composizioni più ancestrali dei Porcupine Tree, e una produzione del suono d’eccellenza. A difettare, forse, è un’eccessiva uniformità complessiva, mentre non spiace affatto questo ritorno al passato che si veste di una forte originalità autoriale per guardare a possibili soluzioni future.
Da ascoltare e riascoltare.